Nel mondo, sempre più connesso e orientato alla sostenibilità, gli Smart Locker stanno rivoluzionando il modo in cui riceviamo pacchi, condividiamo oggetti e viviamo gli spazi pubblici. In compagnia di Alfonso Correale, il nostro CEO, esploriamo gli sviluppi di questa tecnologia e del contesto in cui si innesta, in un confronto che ci porta a scoprire anche gli sviluppi e l’evoluzione di WIB stessa, una realtà che, partendo dall’Italia, è oggi sempre più parte di in un ecosistema internazionale.

Alfonso, grazie di essere qui con noi per questa intervista! Partiamo dal tuo ruolo e dal tuo quotidiano: cosa vuol oggi guidare un’azienda come WIB?

Guidare WIB oggi significa gestire un equilibrio costante tra visione e operatività. Il nostro è un mercato in rapida evoluzione, dove tecnologia, logistica e sostenibilità si intrecciano. Ogni giorno è un mix di strategia, ascolto del cliente e innovazione concreta.

È anche una responsabilità importante: quella di guidare un gruppo straordinario di persone verso soluzioni che migliorano non solo l’efficienza dei processi aziendali, ma anche la qualità della vita nelle città.

WIB è una vera e propria pioniera del mercato degli Smart Locker, una risorsa che nel tempo sta diventando sempre più parte del nostro quotidiano. Che differenze vedi oggi rispetto al passato?

Quando abbiamo iniziato, parlare di locker significava spiegare un concetto nuovo, quasi futuristico. Oggi, invece, molte persone li usano quotidianamente, che sia per ritirare un pacco o per accedere a servizi condivisi. La differenza più grande è culturale: gli Smart Locker non sono più una curiosità tecnologica, ma un’infrastruttura abilitante, parte integrante dell’esperienza urbana o aziendale.

Inoltre, si stanno affermando nuovi casi d’uso, che vanno ben oltre il semplice ritiro pacchi, come ad esempio i locker dedicati al servizio lavanderia, alla consegna e ritiro dei libri, o quelli presso le università per prendere in prestito oggetti di uso comune (phone, avvitatori, ombrelli).

Da sinistra a destra: Antonio Beraldi (Leila – La rete degli oggetti), Francesca Boni (Università Bocconi) e Alfonso Correale (WIB)

Anche nelle aziende gli Smart Locker stanno diventando parte del quotidiano: in molte grandi realtà ci sono smart locker postali, a supporto delle mense, della consegna e del ritiro di dispositivi aziendali, etc.

Come è cambiata WIB in questi anni per servire meglio questi nuovi scenari e portare più valore al mercato?

Siamo passati da produttori di tecnologia a partner strategici. Abbiamo costruito una piattaforma software aperta e interoperabile, in grado di adattarsi a locker di diversi produttori e a molteplici applicazioni: dalla logistica urbana, alla gestione degli asset aziendali, dei bagagli, fino al mondo dello sport per affittare racchette.

Oggi WIB è un abilitatore di servizi, non solo un fornitore.

Inoltre ci siamo internazionalizzati, lavorando con realtà come Ricoh in Europa e negli Stati Uniti, e con grandi operatori logistici in Italia.

La logica è sempre più orientata all’integrazione, per abilitare esperienze in cui lo Smart Locker diventa parte di un ecosistema più ampio di servizi e processi costruiti attorno alla persona

Abbiamo fatto un confronto tra passato e presente, ora ci viene naturale guardare avanti: che evoluzioni e prospettive vedi per questo mercato, in Italia e oltre?

Credo che la direzione sia chiara: il futuro dei locker sarà sempre più legato all’interoperabilità e alla loro funzione pubblica. Immagino un modello simile a quello delle colonnine per la ricarica elettrica: reti diverse, ma coordinate in modo da garantire accesso e servizio universale.

In questo scenario, l’Italia può giocare un ruolo chiave, investendo in standard aperti e favorendo sinergie tra pubblico e privato. A livello internazionale, le opportunità sono enormi nei settori della sanità, del facility management e della mobilità urbana. E sarà fondamentale il ruolo degli enti regolatori, per definire regole che abilitino reti condivise e realmente accessibili.

Gli Smart Locker sono una risorsa al centro di un cambiamento più ampio del nostro vivere e degli spazi urbani, con un impatto significativo anche sul fronte della sostenibilità: ci aiuti a inquadrare vantaggi e prospettive?

Gli Smart Locker offrono un impatto positivo immediato, ad esempio riducendo le mancate consegne – uno dei problemi principali del delivery a domicilio – e migliorando la logistica dell’ultimo miglio.

Ma c’è di più: permettono un accesso continuo e distribuito ai servizi, 24 ore su 24, con un effetto diretto sulla riduzione del traffico urbano e delle emissioni. La sostenibilità, però, non è solo ambientale: è anche sociale. I locker possono diventare punti di accesso universali a servizi essenziali, anche in aree meno servite. Se ben progettati e integrati, sono strumenti di inclusione e di trasformazione urbana positiva.

Grazie Alfonso per aver condiviso con noi visione, sfide e opportunità di un settore così dinamico. Un grande in bocca al lupo per il futuro di WIB!

Grazie a voi, è stato un piacere raccontare questo percorso. WIB è fatta di persone che credono in un futuro più intelligente, efficiente e inclusivo. E ogni giorno lavoriamo perché quel futuro diventi presente.